Disinnescata una bomba a Hinteregg
Anche nei cieli della Val Passiria imperversavano i bombardieri dell’aviazione nemica. Alcuni di loro sono precipitati, come quello caduto sulla malga Andelsalm sopra Lazins. Dopo essere stato colpito dalla contraerea appostata sul Monte Cavallo sorvolò la Val Passiria e si abbattè sui pascoli alpini della zona. Tuttora si rinvengono rottami del velivolo. I due piloti che erano riusciti a salvarsi gettandosi con il paraccadute pare fossero atterrati a Maia Alta. Vennero anche sganciate delle bombe, come quella sulla malga a valle di Scena, sotto il Monte Nevoso, e quella presso il maso Pirchhof a Hinteregg.
Mentre, da bambina, Maria Auer del maso Pirchhof accudiva le pecore una bomba di 400 kg cadde e si impiantò nel terreno. Il gran fracasso fece pensare al peggio e la si credette morta. Si comprese quanta fortuna avesse avuto solo quando l’ordigno venne disinnescato. Questo era stato armato ed il meccanismo era entrato in funzione nel momento dell’impatto, tuttavia la spoletta si era conficcata nell’acciaio ad alcuni millimetri di distanza dal detonatore, evitando così di esplodere. Maria Auer ricorda che il cratere formatosi con l’impatto venne dapprima delimitato con una staccionata, cui nessuno poteva avvicinarsi. Visto che però non succedeva niente, il pericolo non venne più percepito ed il buco venne ricoperto di terra. A poco a poco la vegetazione cancellò ogni traccia, l’erba che vi cresceva veniva tagliata regolarmente e la bomba sarebbe rimasta lì, se Maria Auer e sua sorella non avessero allertato la Enerpass ed il Comune di San Martino. Temevano che nessuno se ne sarebbe più ricordato e che prima o poi sarebbe diventata un pericolo. I lavori di costruzione della centrale idroelettrica non interessavano questa zona, tuttavia la Enerpass si fece carico di eliminare il pericolo nell’ambito dell’adozione delle misure ambientali. Nessuno avrebbe tuttavia mai immaginato quale dispendio in termini economici e di adempimenti burocratici questo lavoro avrebbe significato. Dopo la comunicazione al Commissariato del Governo fu necessario stipulare un contratto con il Comando Militare di Padova. Una ditta specializzata venne incaricata di sondare il terreno e liberare l’ordigno. Stava ad una profondità di circa quattro metri ed era tutta intera, nemmeno la ruggine l’aveva intaccata. Era stata ermeticamente avvolta dal terreno argilloso che l’aveva così preservata. Normalmente questi ordigni vengono fatti brillare in loco, ma le misure di sicurezza avrebbero richiesto l’evacuazione di tutto il paese di San Leonardo. Per evitare questa misura si cercò un luogo disabitato, individuato, dopo lunghe ricerche, nel “Ingumpf“, situato sulla strada forestale che dalla gola, formatasi dopo una frana, porta in direzione di Plattner. Il proprietario, Tschöll Ernst del maso Kammerveiterhof, molto generosamente, diede il proprio consenso. Venne quindi scavata una fossa di quattro metri di profondità e dieci di diametro.
Il 7 ottobre era il giorno fissato per il disinnesco. Una squadra di coordinatori formata da 17 persone, dotata di 28 mezzi di trasporto e di un elicottero, istituì nella sede dei vigili del fuoco di San Leonardo il suo quartier generale. La prima parte dell’operazione, che consisteva nel prelievo del detonatore a Hinteregg, si concluse sorprendentemente presto. L’artificiere raccontò: “È stato possibile svitare senza problemi il meccanismo d’innesco, perché la bomba si era conservata perfettamente“. Aggiunse: “Spesso gli ordigni si deformano in conseguenza dell’impatto con il terreno e, se non è possibile prelevare il detonatore, si rende necessario perforare l’involucro metallico per introdurci l’acqua con cui lavar via la dinamite. Un processo lungo e pericoloso“. Dopo sole due ore gli abitanti di 12 masi evacuati poterono rientrare nelle loro abitazioni. Alla fine la bomba venne caricata con la pala meccanica su un autocarro dei Vigili del fuoco di Bolzano e trasportata per circa 5 km al punto della gola scelto per farla brillare. Qui venne nuovamente sollevata con la pala e deposta nella buca precedentemente scavata, rischiando tra l’altro il ribaltamento del mezzo a causa dell’enorme peso che gravava sul braccio esteso. Tutto andò per il meglio, l’ordigno venne ben “avvolto“ di esplosivo, collegato ad una miccia e coperto con oltre 100 metri cubi di sabbia.
Alle ore 13.15 l’esplosione si sentì in tutta la conca di San Leonardo e la gran nube di polvere fu ben visibile. Tutti erano soddisfatti, sia gli specialisti, sia la squadra d’intervento, che i presenti in genere. Non si è mai del tutto tranquilli, i rischi incommensurabili rimangono ancora molti.
Una pesante eredità della Seconda Guerra mondiale è stata così eliminata. La quiete e la normalità sono ritornati a Hinteregg. L’operazione è costata più di 40.000 euro alla Enerpass, ma la spesa appare giustificata per il bene di coloro che frequentano la centrale e vi risiedono nelle vicinanze.L’eventualità che ci si dimenticasse della bomba e che questa avrebbe prima o poi costato la vita a degli innocenti non poteva essere esclusa del tutto.
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